Notifiche a mezzo pec: il solito pasticcio all’italiana

Mirco Minardi

Sembrava troppo bello per essere vero; purtroppo abbiamo scoperto una grave falla nel sistema delle notifiche a mezzo PEC.

Cos’è accaduto di così tanto grave? E’ accaduto che esistono ben 191.000 indirizzi PEC duplicati!!! Cosa significa? Significa che lo stesso indirizzo è stato indicato da più imprese. Ad esempio alfa@pec.it appartiene alla società Alfa di Roma e alla società Alfa di Torino.

Ovviamente uno solo funziona. Il problema è questo: supponiamo che quello che non funziona è proprio quello della mia controparte. Invio un atto all’indirizzo PEC alfa@pec.it e la destinataria se ne sta in silenzio e non mi dice di non avere nulla a che fare con la società Alfa di Torino.

Poiché le ricevute di accettazione e consegna sono regolari, gongolo all’idea di avere interrotto il termine di prescrizione. E invece no. Perché il mio atto di messa in mora è stato recapitato alla società Alfa di Roma, con cui non ho niente a che spartire.

Come uscire da questa grana?

Bisogna che chi gestisce gli elenchi cancelli subito gli indirizzi non funzionanti.

La sentenza della Corte d’Appello di Bologna che dà atto del problema.

http://www.ilcaso.it/giurisprudenza/archivio/11540.pdf


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Mirco Minardi

Avvocato, blogger, relatore in convegni e seminari. Autore di numerosi articoli apparsi su riviste specializzate cartacee e delle seguenti monografie: Le insidie e i trabocchetti della fase di trattazione del processo civile di cognizione. Manuale di sopravvivenza per l’avvocato, Lexform Editore, 2009; Le trappole nel processo civile, 2010, Giuffrè; L’onere di contestazione nel processo civile, Lexform Editore, 2010; L’appello civile. Vademecum, 2011, Giuffrè; Gli strumenti per contestare la ctu, Giuffrè, 2013; Come affrontare il ricorso per cassazione civile, www.youcanprint.it, 2020.

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9 commenti:

  1. Giuseppe Dimito

    Egregio Collega Minardi,
    solo per dirTi che mi rallegra non poco ritrovare questo sito aggiornato con i Tuoi sempre puntuali e chiarissimi commenti.
    Grazie
    Giuseppe Dimito
    Taranto

  2. Francesco

    Si potrebbe far sapere ai giudici che l’Acrobat permette l’OCR ed anche la copia di una porzione di documento come immagine. 🙂

  3. Daniela Garofalo

    Ch.mo collega,
    Mi complimento anche io per la precisa, puntuale e sagace eleganza giuridica dei tuoi aggiornamenti.
    Grazie.
    Lieta dell’incontro professionale.
    Avv. Daniela garofalo

  4. Livia

    e il pasticcio non si limita alla duplicazione degli indirizzi……….! benché per i soggetti iscritti alla camera di commercio vi sia l’obbligo di possedere una pec, molti indirizzi risultano inesistenti o inattivi e non esiste sanzione……

  5. Mauro

    Gentile Collega,
    ho un quesito da porTi, la cui soluzione giuridica spero possa essere d’aiuto ad altri colleghi che dovessero affrontare la mia stessa questione.
    Il collega di controparte ha notificato al mio indirizzo pec l’atto di appello avverso la sentenza di primo grado e la relativa relata di notifica, non i PDF nativo, ma in formato word, benché firmato digitalmente: qual è la sanzione che si applica? nullità? inesistenza?
    Grazie del parere
    Mauro

  6. Antonio Di Pasqua

    Gent.le Avvocato
    Ho depositato in una causa di lavoro un allegato in pdf non nativo.
    Tranquillamente visibile .
    È allegato nullo o semplice irregolarità sanabile?



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