La gestione del tempo nello studio legale (parte 4)

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IV LE ORIGINI DEL TIME MANAGEMENT

Anche nella materia della gestione del tempo si è assistito ad una evoluzione delle varie teorie, che hanno costruito partendo dalle precedenti.

La prima fase fu caratterizzata dalla semplice attività di annotazione, appunti, liste di controllo. In altre parole, nella fase embrionale si è semplicemente avvertita la necessità di utilizzare lo scritto per appuntare le cose da fare.

Nella seconda fase, il modello si è evoluto attraverso la programmazione. I vari adempimenti, cioè, sono stati distribuiti nel tempo attraverso l’uso delle agende, nello sforzo di programmare in avanti le attività, collocandole in un futuro più o meno lungo.

Nella terza fase, si è cominciato a classificare le cose da fare secondo un indice di importanza, con la conseguenza di dare la precedenza agli adempimenti prioritari. Rispetto a quelle precedenti, il terzo modello ha avuto il merito di focalizzare l’attenzione sugli obiettivi di breve, medio e lungo termine e sulla necessità della pianificazione.

Il quarto modello oltre ad esaltare il concetto di importanza ed urgenza, mira a focalizzare la nostra attenzione e le nostre azioni sulle relazioni e sul conseguimento di risultati. Ed è proprio questo il modello attualmente più utilizzato nel time management, modello cui si ispira anche il presente lavoro.

Concludo questo capitolo citando alcune “leggi” in grado di ben sintetizzare le dinamiche più frequenti che caratterizzano il modo in cui ci rapportiamo con il tempo. Vediamole insieme:

  • Legge di Parkinson: “Il lavoro si espande fino a riempire il tempo disponibile per il suo completamento”. Ciò significa che se riteniamo che un determinato lavoro richiederà cinque giorni, tenderemo ad utilizzarli tutti, anche nell’ipotesi in cui sia necessario meno tempo.
  • Legge di Pareto: “Il 20% delle nostre attività produce l’80% dei nostri risultati”. Logico corollario: dobbiamo concentrarci e dedicare più tempo alle attività più redditizie.
  • Legge di Fraisse: “Il tempo è una variabile soggettiva, ciò che ci piace passa più velocemente rispetto a ciò che non ci piace”. Da cui l’insegnamento che è bene evitare di dedicarsi solo alle attività che ci piacciono, rimandando tutto il resto.
  • Legge di Illich: “Oltre una certa soglia la nostra efficacia diminuisce”. Bisogna individuare i momenti di maggiore efficienza che dedicheremo ai compiti più complessi.
  • Legge di Carlson: “Svolgere un’attività in maniera continua prende meno tempo che frammentarla”. La legge ci dice che non dobbiamo prendere in mano una pratica dieci volte, se è sufficiente una volta sola. E’ per questo, ad esempio, che l’atto di citazione dovrebbe partire completo di ogni elemento, ivi comprese le richieste istruttorie, a meno che non sia strategicamente opportuno posticipare la discovery.

Memorizza questi leggi, ti aiuteranno a prendere decisioni più efficaci e a gestire in modo più produttivo il nostro tempo.

Domani basta con la teoria, si inizia con la pratica!!!


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Avvocato, blogger, relatore in convegni e seminari. Autore di numerosi articoli apparsi su riviste specializzate cartacee e delle seguenti monografie: Le insidie e i trabocchetti della fase di trattazione del processo civile di cognizione. Manuale di sopravvivenza per l’avvocato, Lexform Editore, 2009; Le trappole nel processo civile, 2010, Giuffrè; L’onere di contestazione nel processo civile, Lexform Editore, 2010; L’appello civile. Vademecum, 2011, Giuffrè; Gli strumenti per contestare la ctu, Giuffrè, 2013; Come affrontare il ricorso per cassazione civile, www.youcanprint.it, 2020.

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