Sintesi della sentenza della Cassazione 12971/2024 sul duplicato informatico (A.I.)

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Oggetto della sentenza:

La sentenza riguarda la questione della procedibilità del ricorso per cassazione quando la sentenza impugnata, in formato digitale, manca della “stampigliatura” (o glifo) che indica la data di deposito e il numero del provvedimento.

Contesto giurisprudenziale:

La giurisprudenza precedente su questo tema era divisa:

  • Improcedibilità: Alcune sentenze dichiaravano il ricorso improcedibile, sostenendo che l’assenza della stampigliatura impediva di verificare l’esistenza e la data del provvedimento, compromettendo la valutazione della tempestività del ricorso.
  • Inammissibilità: Altre sentenze optavano per l’inammissibilità del ricorso, soprattutto quando la notifica non risultava tempestiva in base alla data indicata nel testo del provvedimento.
  • Interrogativi aperti: Una sentenza recente (Cass. n. 5204/2024) aveva sollevato interrogativi sulla validità del deposito di copie informatiche prive di “glifo” e sulla possibilità di produrre successivamente copie complete.

Analisi della sentenza:

La sentenza in esame fornisce una soluzione chiara e unitaria:

  1. Definizioni chiave:
    • Copia informatica: Documento con contenuto identico all’originale ma con diversa sequenza di bit.
    • Duplicato informatico: Documento ottenuto dalla memorizzazione della stessa sequenza di bit dell’originale.
    • Glifo (o stampigliatura): Contrassegno elettronico che consente di accedere al documento informatico o verificarne la corrispondenza con la copia analogica.
  2. Validità del deposito:
    • Duplicato informatico: È valido ai fini del deposito, in quanto ha lo stesso valore giuridico dell’originale e non necessita di attestazione di conformità.
    • Copia informatica senza glifo: È anch’essa valida, ma potrebbe richiedere una verifica officiosa sulla tempestività del ricorso.
    • Copia analogica (stampa): Richiede l’attestazione di conformità del difensore.
  3. Verifica della tempestività:
    • Se la tempestività del ricorso è contestata, la Corte può verificarla consultando il fascicolo informatico del giudizio di merito o richiedendo un’attestazione alla cancelleria del giudice a quo.

Principi di diritto enunciati:

La sentenza enuncia due principi di diritto fondamentali:

  • a) Il deposito di un duplicato informatico o di una copia informatica (anche senza glifo) soddisfa il requisito di deposito di copia autentica della decisione impugnata.
  • b) Anche il deposito di una copia analogica autenticata dal difensore è valido, ma potrebbe richiedere ulteriori verifiche sulla tempestività del ricorso.

Implicazioni pratiche:

Questa sentenza chiarisce le modalità di deposito delle sentenze digitali nel processo civile, semplificando le procedure e riducendo il rischio di improcedibilità dei ricorsi per motivi meramente formali. Inoltre, rafforza la tutela del diritto di difesa, garantendo che eventuali contestazioni sulla tempestività del ricorso vengano risolte attraverso una verifica officiosa da parte della Corte.

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Avvocato, blogger, relatore in convegni e seminari. Autore di numerosi articoli apparsi su riviste specializzate cartacee e delle seguenti monografie: Le insidie e i trabocchetti della fase di trattazione del processo civile di cognizione. Manuale di sopravvivenza per l’avvocato, Lexform Editore, 2009; Le trappole nel processo civile, 2010, Giuffrè; L’onere di contestazione nel processo civile, Lexform Editore, 2010; L’appello civile. Vademecum, 2011, Giuffrè; Gli strumenti per contestare la ctu, Giuffrè, 2013; Come affrontare il ricorso per cassazione civile, www.youcanprint.it, 2020.




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