Sulla lunghezza dei processi tutti dicono la loro. Fra un po’ sentiremo parlarne anche nei bar, ma soprattutto ascolteremo le soluzioni, tra un caffè ed un panino.
Lo ha fatto anche Confindustria. Dati Istat alle mani ha contestato l’eccessiva durata dei processi, chiedendo la fissazione per legge degli onorari e la riduzione delle udienze.
Forse non sa che con la riforma in vigore dal 1 marzo 2007 le udienze ormai sono ridotte allo stretto necessario, a meno di voler sopprimere la dialettica e il diritto di difesa. Forse non sa che è da ’95 che non esistono più le udienze di “mero rinvio” e che l’interesse degli avvocati ad allungare i tempi del processo è un luogo comune talmente trito e svuotato da realtà che non merita nemmeno di essere commentato.
Dopo 12 anni di vita professionale non ho mai visto una sola causa iniziare senza un tentativo da parte degli avvocati di arrivare ad una soluzione conciliativa. Se la causa va in lite è perchè le parti non hanno trovato un accordo. Punto.
Piuttosto: inviti Confindustria i propri associati (id est le imprese) a pagare i propri debiti, a non violare la concorrenza, a rispettare i brevetti, a licenziare i dipendenti secondo le norme di legge e vedrà come diminuiranno d’un tratto le liti pendenti.
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