PREMESSA
Tra i mali che affliggono la giustizia vi è il problema dei contrasti giurisprudenziali, cioè le diverse interpretazioni della legge date dai giudici.
Nelle questioni “procedurali” questi contrasti sono particolarmente odiosi, in quanto ad alcuni soggetti viene impedito l’accesso alla giustizia con una decisione di “rito” non condivisa da altra giurisprudenza.
Quando questo accade in primo e secondo grado, la parte sconfitta è ovviamente indotta ad impugnare la sentenza, nella speranza che il giudice superiore segua un diverso criterio interpretativo peraltro già affermato. Ciò determina l’aumento del contenzioso.
Occorre riflettere sul fatto che molti di questi contrasti sono risibili nella sostanza. Ad esempio per molto tempo si è discusso se potesse considerarsi valida l’iscrizione a ruolo di una causa con una fotocopia dell’atto introduttivo anziché con l’originale. Ebbene questo problema ha generato almeno tre diversi indirizzi, due dei quali si sono risolti con l’inammissibilità della impugnazione.
Ciò non può essere più tollerato. Stabilire se una causa può essere iscritta con una fotocopia o con l’originale non è di destra, di centro e di sinistra. È solo buon senso.
LE SOLUZIONI DATE DAI PRECEDENTI GOVERNI
Per ridurre le impugnazioni civili i precedenti governi hanno agito sulla leva finanziaria: maggiori costi per introdurre il giudizio e sanzioni verso chi ottiene una pronuncia di rigetto. Si tratta ovviamente di soluzioni che negano o quanto meno ostacolano l’accesso alla giustizia ai soggetti economicamente più deboli. Con altri interventi si è poi cercato di limitare la possibilità di impugnazione.
LA NOSTRA PROPOSTA
Una legge di interpretazione autentica che elimini una volta per tutte i contrasti di giurisprudenza sulle questioni procedurali.
PASSI DA COMPIERE
Si dà il compito all’Ufficio del Massimario della Cassazione di individuare i contrasti attualmente esistenti nella giurisprudenza della Cassazione formulando una proposta di soluzione, previo parere dei Presidenti di sezione della Cassazione.
Sottoposizione della proposta alla valutazione di Professori universitari, magistrati e avvocati.
Approvazione da parte del Parlamento della legge.
CRITERI DA SEGUIRE
Nel risolvere i contrasti il criterio da seguire dovrebbe essere quello del giusto processo inteso anche come strumento di tutela effettiva e di merito del diritto; pertanto tra due interpretazioni occorrerebbe scegliere quella che non limita il diritto di agire (ad esempio ritenendo improcedibile una azione) e il diritto di difesa (ad esempio impedendo la possibilità di proporre contestazioni ed eccezioni).
Cosa ne pensate?
sono d’accordo. E’ difficile da accettare una decisione in rito specie se nel merito hai ragione; tra l’altro molte delle incertezze in rito dipendono proprio dalle diverse interpretazioni dei giudici ed è intollerabile dovere subordinare l’esame del merito all’orientamento variabile della persona che in un certo momento rappresenta l’ufficio.
…..magari….!
Sono pienamente d’accordo, non è possibile in un Paese civile, che si vanta di avere un’antica cultura giuridica, nel quale si parla di facoltà di giurisprudenza e non di facolta di legge, debba essere negata la giustizia, anche se il giudice è consapevole che il diritto è fondato è che la parte ha ragione nel merito, per un mero vizio di rito. Assurdo!!!!!!!!!!!!!!!!!!