Estratto da “Il danno esistenziale, cacciato, come meritava, dalla porta, rientrerà dalla finestra”, di Francesco Gazzoni (www.judicium.it).
Scrive il noto giurista:
“La sentenza delle Sezioni Unite n.26972/08 darà vita ad un violento disboscamento al fine di poter procurare la carta necessaria per contenere gli scritti dei tanti chiacchieroni, i quali, a proposito del danno non patrimoniale, ci hanno in questi anni sfinito con la loro logorrea incontenibile, unita alla più totale mancanza di saldi argomenti tecnici.
[in nota] Per questi giuristi vale quel che Schopenhauer diceva dei filosofi del suo tempo: «Secondo il metodo omeopatico, un minimo insignificante di pensiero viene diluito in un profluvio di parole e si continua così tranquillissimi a cianciare di pagina in pagina, con una fiducia illimitata della pazienza del lettore. Invano l’intelligenza condannata a questa lettura spera in pensieri autentici, solidi e sostanziali: essa spasima, spasima attendendo un qualsiasi pensiero – come il viaggiatore del deserto d’Arabia sospira l’acqua – e dovrà morire di sete» [in L’arte di insultare (a cura di F. Volpi), Milano, 1999, 124].
L’intero articolo si trova su www.judicium.it.
L’unico a salvarsi sarebbe Cendon. No comment.
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