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Che l’impugnazione della sentenza di primo grado in Cassazione, in caso di inammissibilità dell’appello ex art. 348-bis, sarebbe stata una strada piena di insidie c’era da aspettarselo. Nulla in Cassazione è semplice, nemmeno la preparazione del fascicolo, come ho già scritto.
Insidie riguardano l’oggetto della impugnazione che talvolta è proprio l’ordinanza di secondo grado e ciò sia quando essa contenga vizi propri (perlomeno certi vizi), sia quando la motivazione sviluppi argomenti diversi rispetto a quelli fatti propri nella sentenza di primo grado. In tal caso solo apparentemente ci troviamo di fronte ad una ordinanza di inammissibilità.
Ancora. Non si pensi di andare a censurare la sentenza di primo grado senza assicurarsi di aver dimostrato che sulla questione non è sceso il giudicato. Come? Riportando chiaramente i motivi contenuti nell’atto di appello.
Altra insidia riguarda il termine di impugnazione che, nel caso di impugnazione congiunta della sentenza e della ordinanza, è sempre di 60 giorni dalla comunicazione del provvedimento, ovvero dalla notificazione se anteriore.
Sempre con riferimento agli aspetti strettamente procedurali, bisogna ricordarsi di produrre la copia autentica di tutti i provvedimenti, ivi compresa la comunicazione della cancelleria del giudice di appello, ciò al fine di verificare la tempestività della impugnazione.
Queste, solo per citarne alcune.
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La supervisione del ricorso per cassazione.
Infatti la Cassazione afferma che anche chi non effettua nessun tipo di gestione nell”ambito dell”associazione non riconosciuta, per il solo fatto di esserne il Presidente risponde patrimonialmente e personalmente per i debiti della stessa. Quindi da un lato si chiede particolare attenzione e vigilanza prima di accettare la carica di Presidente di un”associazione non riconosciuta, dall”altro ci si deve preoccupare di come tutelare, in proposito, il proprio patrimonio. gluten free diet